venerdì 12 ottobre 2007

piero ricca

Ieri sera in tv il sottosegretario alla giustizia Scotti, ex magistrato e persona perbene, ha assicurato che il provvedimento disciplinare contro il sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris, impegnato in inchieste scomode e comunque sottoposte alle verifiche procedurali, è stato chiesto per gravi e fondati motivi. Il Consiglio Superiore della Magistratura sarà chiamato presto a esaminarli e potremo farcene, questo almeno è l’auspicio, un’opinione più precisa. Ma occorre vigilare. Ed è giusto non lasciare solo questo magistrato. Contesto e precedenti inducono a sospettare che la sua vera colpa sia aver disturbato il manovratore.Pubblico la lettera di Michele.
Caro Piero,
già sai benissimo che lo Stato Italiano, nella persona del Ministro di Casta e Giustizia, Clemende Mastella ha chiesto al Consiglio Superiore della Magistratura il trasferimento del Sostituto Procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris. C’è, come in ogni storia, una motivazione reale e un pretesto. La motivazione reale è che ha iscritto nel registro degli indagati Mastella (per gli amici Pastella), e Romano Prodi, per qualche losca vicenda di commistione tra affari e politica. Il pretesto, una grave e reiterata inadempienza procedurale: non aveva messo le virgole al posto giusto sul testo di alcuni atti processuali. Rimando alla visione dell’ottima puntata della trasmissione Annozero di Michele Santoro del 4/10/2007, disponibile sul sito, per saperne di più.In realtà, la cosa che più stupisce non è questo modo di comportarsi della nostra politica, in fondo le pressioni e i trasferimenti di funzionari corretti costituiscono una prassi nel nostro Paese. Tutt’altro che abituale è vedere tanti giovani meridionali che si stringono intorno ad un magistrato che fa il proprio dovere. E’ stato commovente; un chiaro segnale che qualcosa nelle nostre teste sta cambiando.Il Sud vuole e deve tornare a sperare. Per farlo ha bisogno di uno Stato presente sul territorio, e il trasferimento di un magistrato per il fatto che indaghi su fondi europei scomparsi e società di malaffare è un pessimo segnale. Un segno che lo Stato vuole solo tutelare i suoi peggiori funzionari mantenendo in tal modo il Mezzogiorno nel suo degrado istituzionale. L’otto ottobre, quando il CSM si pronuncerà sul trasferimento di De Magistris, dovremmo tutti stringerci intorno a lui. Io darò un volantino con la sua storia all’Università, affinché la gente sappia quali sono le pressioni che un magistrato è costretto a subire in questo paese quando viola, con le sue indagini, il santuario della casta. Massima solidarietà all’uomo e al magistrato Luigi De Magistris.Firmate l’appello per Luigi De Magistris.
Saluti, Michele Di Mauro
Dai più diversi pulpiti si susseguono dichiarazioni favorevoli a una “grande riforma” della Costituzione. Esse contribuiscono a trasformare in senso comune questa discutibile opinione: il Paese è bloccato, spezzato, esige da troppi anni una riforma della Costituzione che lo renda governabile, efficiente e moderno. Non sono d’accordo e mi sento in diritto-dovere di dirlo dopo aver dato l’anima per far vincere il NO alla sciagurata riforma Bossi-Fini-Berlusconi. Propongo di ribadire fino a trasformare in patrimonio condiviso delle persone ragionevoli questi semplici concetti:
- Il 25 giugno 2006 la gran maggioranza dei votanti ha confermato fiducia alla vigente Costituzione, dicendo NO alla “devolution”, al “premierato forte” e al resto. Occorre rispettare questa decisione.- Prima di essere cambiata, la Costituzione italiana merita di essere difesa, rispettata e attuata. per esempio con riguardo allo status dei partiti (art. 49).- Le priorità dell’Italia sono di ordine morale e politico, non costituzionale.- Può essere necessario provvedere a qualche aggiornamento della Carta, ma in punti specifici, con ampio dibattito nella società e attraverso le procedure ordinarie, previste dall’articolo 138 della Costituzione medesima.- Viceversa non ci sono le condizioni, né storiche né politiche, per metter mano a una “grande riforma delle regole” attraverso apposite commissioni parlamentari o addirittura assemblee costituenti.- Il rischio di nuovi inciuci è dietro l’angolo. Meglio non concedere nuove occasioni ai barattieri.