lunedì 9 luglio 2007

Dall'analisi di questa sequenza quindi ci si accorge che:- La cosiddetta aggressione dei manifestanti alla camionetta poteva essere dispersa con l'intervento delle decine di uomini (bardati di tutto punto) presenti a pochi metri di distanza. Non si è trattato, come è stato fatto credere per giustificare il ricorso estremo alla pistola, di una offensiva a due singoli militari. La jeep non era né isolata né impossibilitata a manovrare.- La situazione di rischio per i carabinieri presenti all'interno della jeep, derivante dall'assenza del lunotto posteriore, è stata determinata dalla assurda scelta dei militari stessi di infrangere il finestrino.- Carlo si è avvicinato alla jeep a mani nude, e ha raccolto l'estintore dopo averne subito il lancio da parte del carabiniere. La sua è stata quindi una reazione a un gesto potenzialmente omicida compiuto dal militare.- La scelta di ricorrere all'arma da parte del carabiniere è stata assolutamente indipendente dalla sua preoccupazione per le possibili conseguenze del gesto di Carlo, dato che il militare estrae la pistola e la punta sulla folla ben prima che il ragazzo raccolga l'estintore e lo rivolga verso la camionetta.- Il carabiniere aveva tutto il tempo di utilizzare l'arma in maniera meno drastica, tentando un colpo in aria o - in ipotesi estrema - mirando a punti non vitali. Invece il militare, quando Carlo è ancora a diversi metri dalla camionetta, sceglie di mirare alla testa del ragazzo ed esplode due colpi.Caro lettore,già che sei arrivato fin qui ragiona un secondo: tu sei un carabiniere e ti trovi all'interno di una jeep chiusa. Hai dei facinorosi attorno, che sono a mani nude. Che cosa fai? Rompi a calci il finestrino, scagli fuori un estintore, estrai la pistola e la punti sulla folla, poi - quando un manifestante raccoglie l'estintore - prima ancora che costui si avvicini alla jeep miri alla testa (alla testa, cristo) e spari. E hanno il coraggio di chiamarla LEGITTIMA DIFESA!!! A un anno di distanza, le forze dell'ordine invocano ricostruzioni che sfuggono alle più elementari leggi della balistica, oltre a contraddire clamorosamente ciò che è visibile in queste immagini, e parlano di uno sparo rivolto verso l'alto (!) e di un bizzarro proiettile che avrebbe rimbalzato contro un sasso volante (!!!) invertendo la direzione di marcia e puntando quindi accidentalmente alla testa di Carlo. Prima o poi ci racconteranno che in piazza Alimonda quel giorno c'era una banale esercitazione di tiro al piattello, e che Carlo ci si è trovato in mezzo...Cliccate qui per leggere gli articoli su queste vergognose perizie propinateci dallo Stato italiano, e leggete la controinchiesta sulla morte di Carlo a cura di Sherwood.
"Hanno ucciso un ragazzo nella piazza dove sono nato" Per non dimenticare Carlo Giuliani, 23 anni, assassinato dal regime italiano il 20 luglio 2001.
Questa è la testimonianza oculare di un amico di Carlo: Ero piazza Alimonda il 20 luglio alle 17.Ero con Carlo ed alcuni altri fratelli davanti al mezzo dei CC apparentemente "bloccato" tra cassonetto e non si sa bene cosa. Eravamo in pochi lì davanti, una dozzina forse, e la nostra attenzione non era proprio rivolta verso il fuoristrada dei carabinieri bensì verso il plotone di celerini che, maschera antigas indossata, lanciavano pietre e puntavano fucili verso i manifestanti.I secondi scorrevano istante per istante, fotogramma per fotogramma.Mi ha fin da subito stupito che quella jeep e chi era rimasto dentro (ho ben chiara l'immagine di un carrubba che ha il tempo di uscire e di raggiungere gli altri) facessero "cose strane": prima ancora che un paio di compagni si avvicinassero ai finestrini lato manifestanti, il carabiniere all'interno colpiva ripetutamente a suon di anfibio il lunotto posteriore del fuoristrada cercando di romperlo. Ho visto chiaramente l'anfibio del militare sfondare il vetro posteriore della jeep.E' stato proprio questo gesto inconsueto, apparentemente non comprensibile che mi ha fatto istintivamente allontanare e correre sul sagrato della chiesa.Mentre correvo verso il muro della chiesa avevo gia' la sensazione di ripararmi da qualcosa che non erano pietre o lacrimogeni. Ero appena rientrato dalla testa del corteo disobbediente che cercava di difendersi dalla brutale e inarrestabile violenza dei celerini che caricavano la gente con blindati, sassi e lacrimogeni e avevo gia' visto quelle camionette CC che arretravano in retromarcia con la portiera aperta e la pistola puntata ad altezza d'uomo verso la folla. Avevo gia' sentito pochi minuti prima quei suoni "diversi", quegli spari secchi e concisi che si distinguevano da quelli dei lacrimogeni. Ma non avevo ancora realizzato.Quando mi sono girato, spalle al muro, verso la strada ho visto il corpo che giaceva immobile per terra. Il mio respiro e il mio tempo si erano fermati. Mi sono precipitato sul corpo urlandomi dentro: "Non e' possibile! Perchè??! Perchè??!!".Mi sono fermato un'istante che non finiva mai guardando Carlo, poi mi sono girato verso quegli assassini in divisa che indicavano il corpo coi manganelli e che cominciavano a correre verso di noi urlando.Sono corso via con le lacrime in volto, con la morte dentro e con quegli spari che mi rimbalzavano nei timpani.Ho visto la testa zampillare di sangue, e poteva essere la mia.Ho visto un corpo trucidato dal piombo, e poteva essere il mio.Ho visto un fratello cadere...era un mio fratello!!!Carlo era uno di noi.VERITA' SULL'OMICIDIO DI CARLO.VERITA' SUI FATTI DI GENOVA.
2001, Genova, Italia homepage

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